Scambio di Coppia
Mary e l'armadietto del piacere.
di Cpcuriosa60
22.05.2024 |
11.912 |
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"Conto una decina di prodotti diversi, con la data di scadenza ormai superata da anni..."
Mary è affamata di sesso.Me lo ha confidato oggi, quando siamo rimaste sole nella sua casa.
La conosco da un anno, da quando Piero, un caro amico di Ivo, l’ha presentata al solito gruppetto di coppie con cui usciamo durante l’inverno.
E’ una donna piacevole, si è inserita con grazia tra noi, mantenendo un riserbo educato sulla sua vita ma aprendosi ogni tanto e rivelandosi pian piano.
Sappiamo che ha passato da un po’ i cinquanta ed è molto attenta alla propria immagine di donna elegante e alla moda.
Mi ricorda vagamente la Carrie di “Sex and the city” per il suo fisico snello e tonico, frutto della sua passione per la corsa, alla quale non rinuncia nemmeno durante la brutta stagione.
Noi mogli del gruppo, quasi tutte sessantenni, la invidiamo un po’ ma con la quieta consapevolezza che le nostre forme morbide sono dovute alla pigrizia e alla golosità.
E al fatto che, per fortuna, i nostri mariti, ci accettano come siamo e nemmeno loro sono più i baldi giovanotti che ci avevano sedotto.
Anche Piero ha passato i sessant’anni ed è sempre un bellissimo uomo, brizzolato, fisicamente gradevole, dal buon carattere, pacato ma molto ironico.
Mi piace, perché non spende parole per nulla e soprattutto è affezionato ad Ivo, dai tempi della scuola.
Come accade spesso si sono riavvicinati in età matura, pur essendo diversi ma si compensano bene.
E’ quindi naturale che io cerchi di conoscere meglio Mary, anzi sono curiosa di sapere qualcos’altro di lei.
Siamo nella cucina di casa sua (non convivono ancora) e mi sta pazientemente spiegando, da brava piemontese anche se trapiantata da anni nella Padania lombardo veneta, come si prepara il vitello tonnato.
Io ascolto, ben sapendo che non mi azzarderò mai a prepararlo, ma la scusa è ottima per passare del tempo insieme, mentre gli uomini sono ad assistere ad una partita di basket.
- E adesso ci vuole il tonno; se apri l’armadietto dietro di te troverai le scatolette grandi.
Mi giro, con calma, dato che ancora la spalla mi fa male (sono caduta come un salame qualche tempo fa), apro lo sportello ma non vedo scatolette di tonno.
Mi sorprende invece trovare un insieme piuttosto eterogeneo di vasetti, barattoli e scatolette, ma niente tonno, appunto.
- Oh,no, Loretta, scusa, guarda in quello a sinistra; hai aperto il mio armadietto del piacere….
Ridacchia e mi guarda fissa negli occhi, diventando un po’ rossa, allo stesso tempo.
Non dico nulla ma credo che la mia faccia parli da sola, manifestando il mio stupore.
- Beh, se hai voglia ti racconto, finchè cucino, spero di non scandalizzarti.
E’ un invito a nozze, mi prendo uno sgabello e mi metto in attesa; la ricetta del vitello tonnato, me la segnerò la prossima volta.
E lei inizia a parlare, tenendo un po’ la testa bassa.
- A me piace il sesso, lo ammetto.
Non mi sono mai sposata, né ho avuto relazioni stabili.
O almeno, relazioni alla luce del sole.
Sono stata l’amante del titolare della ditta dove ho lavorato per vent’anni fin da quando ero poco più di una ragazzina.
Mi bastava, lui era un gran scopatore, fantasioso, allegro ed in pratica mi ha sempre mantenuta, riempiendomi di regali.
Mi andava bene così, finchè non mi ha sostituita con una donna più giovane.
Sono rimasta stupita ma non più di tanto, il nostro rapporto era ormai una routine, quasi fossimo sposati.
Ho trovato stimolante lasciare lui ed il mio vecchio lavoro e trasferirmi nella vostra città, aprendo una nuova pagina della mia vita.
Mi sono trovata improvvisamente libera ma senza conoscere il mondo degli uomini e del sesso.
Avevo quindi un problema ossia l’abitudine ad essere scopata quasi tutti i giorni, con grande soddisfazione e con la maestria di un vero amatore.
Improvvisamente mi mancava la …materia prima e non avevo idea di come reperirla in un ambiente di vita, anche lavorativa, nuovo.
Finchè una sera andai a fare la spesa al supermercato vicino all’ufficio.
Avevo fatto tardi per vari intoppi successi quel giorno e mi trovai tra le corsie ad un orario insolito per me, quasi a ridosso della chiusura.
Tu mi vedi, non sono poi altissima se scendo dal mio tacco dieci e quella sera avevo già ai piedi le scarpe sportive che uso per andare sul bus.
Di conseguenza, mi trovai a guardare dal basso del mio metro e sessanta i vasetti di marmellata “light” appollaiati sul ripiano più alto dello scaffale.
Per fortuna passava proprio in quella corsia un cliente e mi azzardai a disturbarlo.
“Scusi, mi prenderebbe un vasetto del gusto albicocca, non c’è della mia marca preferita, spero sia buona ugualmente…”
Lui mi sorrise e mi porse il vasetto, ammiccando.
“Eccolo, per lei; ma è nuova del posto, non l’ho mai vista, mi ricorderei di una bella biondina com’è”
Gli sorrisi e finchè gli autoparlanti non annunciarono la prossima chiusura del negozio, rimanemmo a parlare.
Lui fu il primo, e non certo il migliore.
Usciti dal supermercato, entrammo nel pub a fianco, mangiammo e soprattutto bevemmo e gli feci un pompino nel bagno…
E lui mi scopò poi in macchina, sotto i lampioni implacabili del parcheggio, col rischio di farci scoprire.
Fu una cosa un po’ sporca, un po’ scomoda, un po’ insoddisfacente per me visto che lui venne due volte ed io nemmeno mezza.
E se guardi nell’armadietto, il vasetto di marmellata è ancora quasi pieno, nemmeno quella era buona…
Lei si interrompe, io sono senza parole.
Pensavo ad una confidenza tra donne, ma quanto mi ha detto va aldilà delle mie aspettative.
Mi gira la schiena, ora, intenta a cuocere la carne per i minuti esattamente necessari (non imparerò mai…) ma nel frattempo continua il racconto
- Scoprii con il tempo che l’orario prossimo alla chiusura era scelto con certe intenzioni da un sacco di singles (ma non solo) che lavoravano nei centri direzionali dei paraggi.
Bancari, creativi, architetti, avvocati, tutte persone comunque da “un botta e via”.
Ed io, lo so, divenni “la donna dei ripiani in alto”.
Non lo so se la voce si sparse, se Mister Marmellata si vantò con qualcuno ma qualche sera dopo, senza che io facessi alcun gesto particolare, mi si propose “L’uomo dei capperi”.
Stavo pensando di preparare, come stasera, il vitello tonnato e lui mi fece notare, comparendomi improvvisamente alle spalle, che i capperi nei vasetti più in alto erano tra i più pregiati.
Nel prenderli, si allungò strusciandomi l’inguine sul culo e facendomi sentire un’interessante erezione.
Aveva anche un bel sorriso e, contrariamente all’altro, profumava di buono.
Con lui feci un sesso fluviale, visto che lasciammo le macchine al parcheggio del supermercato e ci dirigemmo a piedi verso il centro, attraversando l’antico ponte sul fiume.
Trovammo una nicchia, e grazie anche alla nebbia, ci scambiammo baci umidi e profondi e carezze intime ed altrettanto umide.
I capperi, non erano male, in realtà, così come non fu malaccio l’orgasmo che mi regalò, inginocchiandosi davanti a me , seduta sulla spalletta del ponte a gambe spalancate e col rischio di cadere.
Mi è piaciuto fare sesso con lui e ogni tanto prendo dall’armadietto il vasetto ormai vuoto, lo guardo e non ho il cuore di gettarlo.
Lei lo dice sorridendo, mentre spalma la salsa sulla carne, tranquilla, serena come se stessimo davvero parlando solo della ricetta.
Mi azzardo a chiederle di Piero, che ora ricordo, lavora proprio in uno dei grattacieli di quella zona.
Spero che non si offenda.
- Oh, lui fu un caso, davvero.
Lo conobbi nel periodo che seguì “L’uomo Nutella” che mi portava nel suo ufficio (lo rividi spesso) e mi faceva consumare il vasetto col mio nome da “edizione speciale” spalmandomela addosso e leccandomi poi con gusto.
Troverai il vuoto lì dentro con appena un accenno di crema sul fondo (sospira…)
O forse avevo appena conosciuto “Il ragazzo Maionese” con cui mi appartai nello stanzino delle scope del supermercato e che si impastricciò l’uccello per…beh, gli interessava solo il cosiddetto “lato B”….
Non ricordo, sono passati quasi due anni, in ogni caso, non importa.
Ha terminato di disporre la carne e la salsa su di un bel vassoio, e sta guarnendo con altri capperi.
- Piero, senza rendersene conto, fu il mio “Maturo Scatolette-per-gatti”
Non avevo nessuna intenzione di disturbarlo con secondi fini, qualche commesso sadico aveva veramente messo in alto, troppo, la pappa preferita dal mio micione.
Mi stavo allungando come una disperata verso la cima dello scaffale quando lui passò e senza che io dicessi nulla prelevò una scatoletta al tacchino, esattamente quella che volevo, e me la porse.
“Micia?” mi chiese e il suono della sua voce fece sciogliere la mia.
“Micio” gli risposi, “castrato ma stranamente voglioso, come la sua schiava umana”
Non so perché mi scappò una frase così idiota e volgare, ma lui rise, benevolo e salutandomi con la mano se ne andò.
Non ti devo raccontare, che da quel momento in poi, lui diventò il mio unico desiderio.
Andavo al supermercato a tutte le ore possibili, prendendomi ore di permesso addirittura non retribuito per cercare di incontrarlo.
Ero ossessionata, dal ricordo della sua voce e dal suo sorriso.
Per dare un segnale di “sono occupata”, riempivo il carrello di prodotti che stavano sui ripiani più bassi e scansavo ogni aiuto dei miei altissimi fan.
Finchè la fortuna me lo fece incontrare di nuovo, davanti alle casse, quando ormai disperavo.
Senza quasi notarci, assorbiti ambedue da chissà che pensieri, allungammo nello stesso istante la mano verso l’ultima scatolina di Tic Tac alla menta, riconoscendoci poi.
Ci scambiammo così il primo tocco, che fu una scossa, per me ed ho poi saputo, anche per lui.
“E adesso, che facciamo?” gli chiesi.
“Te la lascio, se vieni a cena con me” fu la risposta.
Non cenammo, quella sera.
Io assaggiai il suo uccello, in bocca, in fica, nel culo, sdraiata sul letto del piede-a-terre riservatogli dall’azienda in cui lavora e che si trova a duecento metri dal negozio.
Mi scopò con lentezza ma determinazione, senza mai cedere all’orgasmo, conquistandomi con un sesso diverso, da dominante ma estremamente attento alle mie sensazioni.
Mi lasciava senza notizie per giorni, con la fica bagnata nel ricordo e poi improvvisamente me lo trovavo in ufficio (è amico di tutte le guardie all’ingresso), e mi metteva “a novanta” sulla scrivania col rischio di farci scoprire.
Oppure passava davanti alla fermata dell’autobus chiedendomi se volessi un passaggio.
In cambio, voleva solo un pompino, e se ne infischiava delle facce degli altri automobilisti affiancati ai semafori e che vedevano la mia nuca alzarsi e abbassarsi su di lui.
“Micio”, il gattone castrato, divenne il secondo amore della mia vita, surclassato da un bipede brizzolato.
Che io adoro, anche adesso, sia chiaro.
Queste confidenze così dettagliate sul nostro amico Piero, mi turbano un po’.
Una cosa è un racconto su sconosciuti ed un’altra sapere tante cose di lui.
Mi alzo e riapro” l’armadietto del piacere”, dando un’occhiata, di nuovo, così giusto per interromperla.
Conto una decina di prodotti diversi, con la data di scadenza ormai superata da anni.
Mi giro e la guardo, lei scuote la testa alla mia domanda silenziosa.
- No, non li butto, sono un ricordo, lui mi crede solo un po’ disordinata e con magari un pizzico di sindrome da accumulatrice seriale.
Lui non sa di tutti gli altri e soprattutto di quello…
Si avvicina, prende in mano una vasetto piccolissimo, credo si tratti di zafferano pregiato.
E’ intero, sigillato.
Lo rigira tra le dita, socchiudendo gli occhi.
- Ecco l’unico mio fallimento, l’ho rincorso per mesi, ma invano.
Alto, anche lui (non lo sono tutti? accidenti..), mi ha dato in mano il vasetto che gli avevo indicato e poi se ne è andato, mormorando, dopo il mio ringraziamento un “Si figuri…”, niente altro, nemmeno un sorriso.
Vorrei sapere che profumo ha la sua pelle, se gli piacciono le dita sui capezzoli, se i suoi baci sono lenti e profondi.
E se le sue mani che sembrano così forti sanno accarezzare con delicatezza e se mi farebbe godere solo toccandomi…
L’ho intravisto in centro da solo e poi più spesso, con la sua donna.
Con te, sappilo.
La guardo, ha sempre gli occhi chiusi.
Caspita, nessuna mi aveva mai parlato così del mio uomo, con curiosità e con desiderio.
E giusto, giusto, eccolo entrare dalla porta, con Piero.
- Ragazze, siamo qui, avete niente da raccontarci?
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